Casa di Riposo Campostrini | Centro Servizi - Sommacampagna

Storia

Ripercorrere con il solo aiuto della memoria il lungo cammino che ha portato alla edificazione della nuova Casa di Riposo non è cosa semplice, anche perché ormai, dall’inizio della vicenda, sono passati quasi 30 anni e perché tante e articolate sono state le tappe che hanno permesso il raggiungimento di questo prestigioso obiettivo.

La prima volta che si parlò in Amministrazione Comunale della necessità di intervenire su un adeguamento delle strutture della Casa di Riposo alle nuove e future necessità, fu nei primi anni ‘80 quando venne elaborato il piano particolareggiato del centro storico del Capoluogo. Con l’ufficio anagrafe del comune venne fatta una proiezione demografica sull’invecchiamento della popolazione locale tenendo anche conto della trasformazione in atto dei nuclei familiari.

Si incaricò allora l’architetto Zeno Rotta per la stesura di un progetto di massima che doveva prevedere la ristrutturazione e l’ampliamento in loco per un totale di circa 40 posti letto.

Nel frattempo, per venire incontro alle esigenze immediate, si diede corso al piccolo ampliamento della vecchia struttura con la costruzione della nuova sala per mensa e diurno. L’Amministrazione Comunale successiva dopo una analisi più approfondita della situazione e confortata da una ricerca scientifica fatta dal dott. Dani, scelse la strada di una nuova edificazione per la seguenti motivazioni:

– l’area a disposizione in via Pontaron era troppo piccola, poco più di 2000 mq;

– la vecchia costruzione era stata fatta in economia, con mattoni di calcestruzzo e doveva essere completamente abbattuta, anche per il fatto che la parte dove abitavano le suore era praticamente senza fondamenta;

– C’era la necessità di sistemare, durante i lavori, i 27 ospiti presenti in quel momento presso altre strutture;

– L’area pur essendo in una posizione favorevole dal punto di vista panoramico, presentava notevoli carenze dal punto di vista logistico e dei servizi ( pensiamo solo alla difficoltà di parcheggio per i famigliari, alla difficoltà di deambulazione per gli ospiti su di un terreno scosceso, ecc.

– La necessità di risponderea nuove esigenze che si stavano manifestando in maniera pressante: mentre fino a quel momento molti ospiti erano autosufficienti, le entrate in Casa di Riposo erano sempre più rivolte verso le persone non autosufficienti.

Queste ed altre valutazioni hanno indotto l’allora Amministrazione Comunale a fare una scelta diversa da quella iniziale, anche perché nel frattempo attraverso la lottizzazione “Oppi” il Comune era venuto in possesso gratuitamente dell’area di circa 5000 mq in via Matteotti.

In accordo con il Presidente della Casa di Riposo venne dato l’incarico all’ing. Franceschini per la progettazione di massima di una nuova Casa di Riposo da edificarsi in via Matteotti.

Questo progetto sarebbe poi servito anche per la richiesta in Regione di un contributo a fondo perduto previsto dalla legge n°67/ 88 art.20.

Venne costruito anche un plastico che presentammo a tutte le forze politiche e, in una riunione particolare anche ai tre parroci, dai quali ebbi subito l’approvazione incondizionata, con il plauso dei parroci di Caselle e di Custoza. Ci fu poi un ripensamento da parte del parroco di Sommacampagna che fece nascere, attraverso le pagine del bollettino parrocchiale, una forte diatriba, che venne sposata anche da alcune frange della minoranza. Tutto ciò portò a gravi difficoltà nel prosieguo dell’iter per la costruzione, ma la grande determinazione di alcuni membri dell’Amministrazione Comunale e del Presidente della Casa di Riposo fece si che queste difficoltà venissero superate.

Venne allora stesa una convenzione tra Comune e Casa di Riposo che prevedeva, dopo stima giurata sul valore degli immobili, il passaggio al comune dell’area e del fabbricato siti in via Pontaron, con l’obbligo di non alienazione e con il vincolo perpetuo di destinazione dell’immobile ad attività sociali; in cambio il comune cedeva i circa 5000 mq di via Matteotti riconoscendo all’Ente Pubblico Casa di Riposo un conguaglio di 700 milioni e contribuendo al pagamento di un mutuo contratto per la costruzione dell’edificio di via Matteotti per un totale di 800 milioni da pagarsi in 10 anni.

Il progetto iniziale della nuova Casa di Riposo era previsto per 41 posti letto, perché erano sufficienti per sopperire alle previste necessità momentanee. In sede di discussione del progetto in Regione, la stessa, in base alla pianificazione programmata ed adducendo che una moderna Casa di Riposo per una razionale gestione dei servizi doveva avere minimo 66 posti letto, ci fece adeguare il progetto ai 66 posti richiesti, condizionando il contributo a fondo perduto di 1.950 milioni, che ci era stato assegnato, all’accettazione di queste condizioni.

La comunicazione definitiva del contributo avvenne con specifica lettera della Regione Veneto in data 28/11/1995.